The Fuzzy
2003-08-11 09:19:16 UTC
8-) ... Non vi sembra di esagerare? Ragazzi, calma 8-PPPP
Comunque facciamo così. Io vado in ferie domenica, mi porto tutti i libri di
Eldredge e Gould che ho a casa, e quando torno ricominciamo. MarkIII
Ed io, per non essere da meno, mi rileggo Ripensare Darwin. Se riesco a
sopportarne la spocchia... Danilo
Bene, ho terminato la prima fetta di vacanza, e mi sono studiato (nonComunque facciamo così. Io vado in ferie domenica, mi porto tutti i libri di
Eldredge e Gould che ho a casa, e quando torno ricominciamo. MarkIII
Ed io, per non essere da meno, mi rileggo Ripensare Darwin. Se riesco a
sopportarne la spocchia... Danilo
letto) "Ripensare Darwin" di Eldredge (Eld.). Chiarisco preliminarmente
che
1) io sono, come Eld., un duro critico del riduzionismo ultradarwinista
e del riduzionismo sociobiologico (Dawkins, Maynard-Smith, Wilson,
Tooby, Cosmides, ecc.). Sono invece molto in accordo con Lewontin, Mayr,
Tattersall, Dobzansky, Varela, Bateson e altri moderati.
2) Eldridge (Eld.) secondo me o non ha capito l'evoluzione darwiniana
(cosa probabile) oppure fa finta di non capirla al solo scopo di
proporre la sua "rivoluzionaria" teoria. In ogni caso devo dire che ho
sbagliato, e che il giudizio di Danilo su Eld. era corretto, e per me
anche troppo leggero. Devo dire che più leggevo Eld. e più rimanevo a
bocca aperta per la serie di assurdità che sostiene. Pur essendo un
feroce anti ultradarwinista, capisco benissimo che gli ultradarwinisti
si siano fatti un bel po' di risate a leggere Eld.. Non si combatte
un'ideologia con un'altra ideologia.
3) gli argomenti sono tanti e molto complessi, pertanto quello che dico
di seguito è limitato ad alcuni aspetti che mi hanno colpito e di cui ho
preso qualche appunto.
Cominciamo a scendere un po' nello specifico.
1) L'evoluzione darwiniana è in generale - a parte ulteriori
specificazioni - un processo a due stadi: mutazione e selezione (Mayr).
2) le mutazioni non conoscono stasi vera e propria, avvengono e basta, e
sono la conditio sine qua non di ogni forma di evoluzione.
3) il processo di selezione è molto complesso, anche qui non scendo nel
dettaglio, ma insomma diciamo che la selezione delle varianti
disponibili puo' avvenire per motivi molto diversi (pluralismo). Per es.
la causa piu famosa è per adattamento, oppure per esattamento, o per
caso, o per deriva, e via discorrendo. Non voglio discutere di questo
ora.
4) Ora Eld. afferma che per spiegare la stasi è sufficiente l'"habitat
tracking" (HT inseguimento dell'abitat), che - aggiungo io - non è che
una componente tra altre della selezione. Questa affermazione è in parte
vera, in parte falsa a causa della sua genericità. Non si puo'
seriamente affermare che la stasi si spiega solo con HT se non si
specifica di quali organismi si parla: HT spiega la stasi nei batteri
forse? e che dire degli uccelli, o delle formiche o degli elefanti?
Niente per Eld. è tutto uguale: stasi e HT gratis per tutti!!!
(Riduzionismo) (vedi p.90). I discorsi troppo astratti sono facilmente
criticabili. Inoltre -considerazione mia- non si puo' parlare di tempo
evolutivo in astratto, perchè un conto per esempio sono gli ultimi
100.000 anni, un conto sono 100.000 considerati 1 miliardo d'anni fa. Il
tempo evolutivo non ha un andamento lineare, quindi quanto Eld. parla
dei tempi dell'evoluzione per adattamento intermini di 5000-50000 anni
parla in astratto e dice bubbole. I primi organismi protocellolari
quanto ch'anno messo ad evolversi e differenziarsi? 50000 anni? Devo
ridere?
5) un altro punto che mi lascia perplesso perche' indica IHMO una
cattivissima comprensione del darwinismo è l'uso costante di una
espressione. Eld. dice spesso "l'adattamento_per_ selezione naturale". A
parte il fatto che è ormai chiaro da darwin in poi che se c'è un
adattamento filogenetico questo è per selezione e non per creazione. Ma
l'espressione è capovolta rispetto a un dibattito contemporaneo in cui
si discute che è la "selezione naturale ad essere _per_adattamento
oppure _per_ altri motivi (es. deriva genetica, o caso, o altro).
6) SPECIE E SPECIAZIONE
in effetti la questione è intrigante: infatti "specie" in darwin è per
"somiglianza" e si accorda con una visione gradualista, mentre oggi (con
Mayr e Dobzansky) "specie" indica "isolamento riproduttivo" e si accroda
con una visione discontinuista (o saltazionista). Cosi intesi i due
concetti sembrano antitetici (anche se poi si vede che individui che si
accoppiano si somigliano anche). Come affronta la questione Eld.?
Nel modo piu' incoerente possibile. Assume il concetto contemporaneo di
specie come "isolamento riproduttivo", ma poi quando deve definire una
specie _fossile_ allora lo fa per "somiglianza".
Alla fine arriva addirittura a sostenere che sono le Specie la causa
dell'evoluzione e non viceversa, e asserisce che la speciazione avviene
prevalentemente perché gli individui di popolazioni diverse "non si
riconoscono più sessualmente" in quanto restano "separati". In virtu di
quale magia avvenga questo "non riconoscimento" non lo dice affatto.
L'arcangelo gabriele la contrario?
Dice che la speciazione non è un prodotto della selezione, anzi la
formazione delle specie è la causa dell'evoluzione. Non so neanche bene
cosa possa significare una tale astrusità, anche perchè Eld. non dà uno
straccio di argomentazione (quattro righe) per spiegare come avviene la
speciazione. Si limita a fare un "copia e incolla" di pezzi di teorie di
altri autori
1) di H.E.H.Paterson per quanto riguarda il "non riconoscimento
sessuale" (p.115 sgg)
2) di Mayr e Dobzanskji per quanto riguarda "l'isolamento geografico"
(p.108 sgg)
CONCLUDO
Nonostante le ripetute assicurazioni dello stesso Eld. di non essere
saltazionista e di non proporre un alternativa al darwinismo classico,
di fatto egli continua a proporre argomenti saltazionisti e scrivendo
che tra speciazione e adattamento non c'è relazione necessaria NEGA
DARWIN, ossia nega le basi del darwinismo: in pratica nega l'origine
delle specie per selezione di mutazioni adatte, ecc.. Inoltre non
propone un alternativa seria, ma solo vagamente accennata per spiegare
l'origine delle specie, anzi arriva addirittura ad ammettere di non
saper risolvere la questione (p.120-121). Ma come si fa a negare una
teoria largamente accettata senza avere una controproposta? Lo si puo'
fare solo per ideologia o mania di protagonismo, finendo per prestare il
fianco ai creazionisti, come lui stesso ammette.
Scrivevate
La mia posizione invece è che la teoria degli equilibri punteggiati sia
ampiamente all'interno della teoria sintetica dell'evoluzione, e ne spieghi
sostanzialmente solo un particolare quantitativo. (Danilo)
Eldredge ha, specie negli ultimi libri, molto aumentato la portata degli
equilibri punteggiati, inserendoli nella sua teoria dell'evoluzione, che
integra anche aspetti ecologici e storici (geologici). (MarkIII)
Vuole solo, con Gould e altri (Vrba e Stanley soprattutto), far notare
che il gradulismo esiste, eccome, ma non spiega tutto quello che accade. (MarkIII)
Danilo, forse volevi dire la "stasi" rientra nella teoria sintetica, inampiamente all'interno della teoria sintetica dell'evoluzione, e ne spieghi
sostanzialmente solo un particolare quantitativo. (Danilo)
Eldredge ha, specie negli ultimi libri, molto aumentato la portata degli
equilibri punteggiati, inserendoli nella sua teoria dell'evoluzione, che
integra anche aspetti ecologici e storici (geologici). (MarkIII)
Vuole solo, con Gould e altri (Vrba e Stanley soprattutto), far notare
che il gradulismo esiste, eccome, ma non spiega tutto quello che accade. (MarkIII)
quanto la "teoria degli EP" è la negazione, e lo ripeto a chiare
lettere, è la negazione del darwinismo sia classico che neo che
sintetico. In primis lo stesso famoso articolo del 1972 si intitolava
"Punctated equilibria: an _alternative_...". Ma anche nel 1992 Eld.
ripropone la teoria, assicurando che non è alternativa, ma le
argomentazioni alla fine negano ogni funzione al gradualismo filetico.
Infatti se la selezione per adattamento non serve alla speciazione, non
serve a spiegare la formazione dei taxa superiori, non serve a spiegare
la stasi, è presente raramente nel tempo geologico, il cambiamento
evolutivo delle popolazioni è riassorbito e annullato nella specie,
allora Eld. mi deve spiegare a che c...o serve la selez.nat.? a creare
un po' di "colore" una volta ogni morte (geologica) di papa?
Mi spiace MarkIII, ma avendo letto attentamente "ripensare darwin" 1992
non ho molti dubbi sul fatto che la teoria degli EP si pone DI FATTO
come un'alternativa, Eld. puo anche negarlo nel libro, ma quello che
spiega poi lo smentisce. Credo che Eld. forse neanche se ne rende ben
conto, oppure ci marcia. Come giustamente diceva danilo, diversi errori:
"informano il suo pensiero, non apertamente (chè io credo le
sconfesserebbe in tutta onestà), ma sotterraneamente, come moduli di
pensiero da cui si distacca tutte le volte che se ne accorge, ma di cui
non sempre si accorge." (Danilo). Sottoscrivo in pieno. O è in malafede
o è confuso, o forse un po' di entrambi.
Il mio problema è appunto che quando leggo Gould, e ancora di più Eldredge,
sento un forte odore di teleologia, che impregna subdolamente anche la base
dei ragionamenti fatti per negarla. Ma magari me lo metto in mente... (Danilo)
A me pare che Eld. capovolge la direzione dell'evoluzione, nel senso chesento un forte odore di teleologia, che impregna subdolamente anche la base
dei ragionamenti fatti per negarla. Ma magari me lo metto in mente... (Danilo)
non si parte dalle mutazioni delle unità piu piccole (gene, individuo)
per poi procedere verso livelli (o categoria) piu alte (gruppi,
popolazioni, specie, taxa), integrando per ogni livello dinamiche
specifiche non contenute nei livelli piu bassi. Al contrario le specie
sono la causa delle variazioni per selezione, e quindi delle diff.
individuali. Capite? Roba da restare senza parole...
A proposito di una sorta di TELEOLOGIA scrivevo che forse si puo
per esempio sottolineavo l'influenza
dell'ambientalismo di Eld. (vedi risposta a MarkIII), e qui già
c'è puzza di teleologia, in quanto Eld. vede nelle grandi estinzioni
un male, quasi che queste interrompessero il progresso del vivente,
come se esso avesse una qualche direzione intrinseca disturbata
dalle distruzioni. (fuzzy)
aggiungo che per Eld. la selesione nat. sembra agire solo in caso didell'ambientalismo di Eld. (vedi risposta a MarkIII), e qui già
c'è puzza di teleologia, in quanto Eld. vede nelle grandi estinzioni
un male, quasi che queste interrompessero il progresso del vivente,
come se esso avesse una qualche direzione intrinseca disturbata
dalle distruzioni. (fuzzy)
bisogno, di grande cambiamento ambientale (fisico, perchè Eld. trova
ridicola l'ecologia come scienza), quindi il telos sarebbe la risposta
all'ambiente. Sembra che per Eld. le mutazioni siano quasi "risvegliate"
o riutilizzate dall'azione dell'ambiente. La conclusione è che la
selezione causa il cambiamento evolutivo, e solo in certi periodi
(p.107-108)?!?!!?
Non voglio fare l'esegeta di Gould, ma credo che una parte del dissenso
sia perfettamente motivata da dati scientifici che sia lui che Eldredge
hanno trovato invarie popolazioni esistenti e fossili. (MarkIII)
Una cosa è rilevare la difficoltà dovuta alla "stasi" desunta dai datisia perfettamente motivata da dati scientifici che sia lui che Eldredge
hanno trovato invarie popolazioni esistenti e fossili. (MarkIII)
della paleontologia, altro è partire per la tangente ed elaborare una
teoria evoluzionistica, al 98% in contrasto con quanto assodato da 150
anni, che per giunta fa acqua da tutte le parti. Eld. infatti non ha
quella capacità ad ampio respiro di elaborare una teoria coerente di
larga portata. La sua teoria è una'accozzaglia di idee rattoppate e
tenute assieme con lo sputo di una speculazione fatiscente e aporetica.
E Gould ha sempre fatto notare che gli EP vanno a modificare in
parte la teoria sintetica dell'evoluzione, non stravolgendola, ma
inserendo un meccanismo ulteriore che poteva essere o no
presente in quel momento. (MarkIII)
Gould a parole puo dire quello che gli pare, ma Eld. scrivendo di fattoparte la teoria sintetica dell'evoluzione, non stravolgendola, ma
inserendo un meccanismo ulteriore che poteva essere o no
presente in quel momento. (MarkIII)
nega ogni forma di darwinismo, o meglio il gradualismo dell'adattamento
per mutazione e selezione finisce per diventare un accidente sporadico e
che serve a poco o niente. Inoltre non presenta una alternativa
seriamente fondata. Infine aggiungo che Eld. accusa gli ultradarwinisti
di un eccesso di speculazione (accusa che sottoscrivo), ma lui fa lo
stesso: rilevare la stasi nei fossili non è sufficiente a supportare la
"teoria (alternativa) degli equilibri punteggiati", al massimo pone un
problema. La prossima mossa di ELd. sarà teorizzare la comparsa
improvvisa dei Taxa superiori?
Per creazione divina?
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Punti ciritici in Danilo
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L'idea, il meme, che gli organismi mutino per adattarsi all'ambiente è
esattamente l'errore concettuale di Eldredge. (Danilo)
Non mi pare, e cmq magari fosse solo quello!!esattamente l'errore concettuale di Eldredge. (Danilo)
In realtà, la molecola di DNA non specula affatto sulla possibile realtà in
cui verrà ad essere, e tu lo sai meglio di me. (Danilo)
Il genoma per me non è un'unità biologica privileggiata, anche secui verrà ad essere, e tu lo sai meglio di me. (Danilo)
importante, ma solo uno dei vari livelli dell'evoluzione dei viventi
(altri livelli sono per es. : trascrittoma, proteoma, strutture/organi,
individuo, famiglia, popolazioni, specie, taxa, ecc.)
Ora, se tu tieni presente che ogni individuo nasce con una combinazione
casuale di alleli, e non fa proprio niente per essere adatto al suo
ambiente, ma lo subisce passivamente, (Danilo)
Aridanghete! E chi lo dice che lo subisce passivamente? Nessuno, perchècasuale di alleli, e non fa proprio niente per essere adatto al suo
ambiente, ma lo subisce passivamente, (Danilo)
mi sembra un'affermazione gratuita. Il comportamento di un animale puo
benissimo influire attivamente sul suo adattamento all'ambiente, e puo'
influire anche sulla riproduzione, e quindi sull'adattamento della
specie. Va bene che la selezione è un processo cieco e sottrattivo, ma
non passivo, l'individuo non è un sasso, tu esageri. Un eschimese non ha
geni molto diversi dai tuoi eppure è adattato all'ambiente in cui vive
proprio perchè non lo subisce passivamente. Non è solo ovvio, ma anche
banale direi.
Ma non c'è una differenza qualitativa fra una grande estinzione e la morte
di un girino di rospo, a meno che tu non postuli una previsione, da parte
dell'individuo, riguardo all'ambiente in cui si troverà a vivere.
Eccoci cosi al mito del riduzionismo genetico.di un girino di rospo, a meno che tu non postuli una previsione, da parte
dell'individuo, riguardo all'ambiente in cui si troverà a vivere.
Il punto è che per te non esistono affatto distinzioni qualitative nel
mondo naturale. Questo è ovviamente irragionevole e ingiustificato
perchè che sia cosi non è affatto pacifico. La differenza tra una morte
individuale accidentale o per estinzione di massa accidentale o per
morte per mancanza di adattamento _è qualitativa_ o se preferisci
sostanziale: nel primo caso le cause sono esogene all'individuo, nel
secondo sono esogene ad un gruppo, nel terzo caso sono endogene ad un
individuo. Non mi pare la stessa cosa.
Inoltre come ha fatto giustamente notare P.Lieberman, una differenza
quantitativa a lungo andare importa una differenza qualitativa. Ma
questo lo sapeva anche Darwin, infatti le differenze tra specie sono
qualitative e si costruiscono gradualmente in virtu di variazioni
quantitative. Questa è una delle grandi intuizioni di Darwin. Ma non ho
finito...
Non esiste una dicotomia fra cattivi geni e cattiva fortuna, al di fuori di
un finalismo. (Danilo)
Balle! Esiste eccome.un finalismo. (Danilo)
L'individuo infatti non dipende solo dai geni, il suo comportamento non
è riducibile ai suoi geni (a rigore neanche le strutture sono riducibili
ai geni, i quali non riescono neanche a determinare il folding delle
catene polipeptidiche nelle proteine corrispondenti). Quindi non
esistono cattivi geni in senso stretto; a meno di non porsi in un ottica
sociobiologica, che secondo me a poco o nulla a che vedere con la
scienza e molto a che fare con le favole per bambini. L'era del
genetismo spinto è ormai al tramonto.
La diff. tra evento accidentale e cattivi geni c'è ed è banalmente
evidente, senza fare appello ad alcun finalismo, una volta tolto il velo
dell'ideologia riduzionista, per es.: due gemelli monozigoti hanno gli
stessi geni, eppure uno muore accidentalmente (in un attentato
terroristico) mentre l'altro fa dieci figli tutti sani e ben adatti.
Stessi geni, sorti diverse. Dove stanno i cattivi geni, dove il
finalismo? Dov'è l'identità tra cattivi geni e cattiva sorte? Nella
fantasia dei riduzionisti, a cui farebbe comodo, per le loro teorie
semplificatorie, eliminare certe differenze scomode. Pero' la dicotomia
in concreto c'è eccome, si elimina solo grazie a speculazioni astratte.
I biological constraints (vincoli biologici) sono PROscrittivi (dicono
quello che NON si puo fare), non PREscrittivi, e il comportamento degli
animali, e in generale l'espressione dei geni, dipende da tantissimi
fattori endogeni ed esogeni.
ora ho finito di tediarvi per davvero :). Scusate gli errori.
ciao fuzzy
--
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