VR
2006-03-07 13:20:02 UTC
Se chiediamo a bruciapelo, alla prima persona che passa, in che cosa
gli esseri umani sono diversi dalle scimmie, è assai probabile che la
risposta elenchi il linguaggio, il ragionamento, la piena coscienza di
sé, la stazione eretta e il camminare su due gambe. Da Darwin in poi,
l'emergenza di ciascuno di questi tratti ha stimolato distinte,
plausibili spiegazioni evolutive.
La «discesa» dei nostri antenati dalla foresta nelle pianure ha
favorito arti inferiori capaci di sostenere da soli il nostro peso e
di consentire la marcia e la corsa, il linguaggio ha consentito una
comunicazione raffinata, il ragionamento, una intelligente previsione
di ciò che può accadere e una pianificazione delle azioni individuali
e collettive. Mi fermo qui, perché una storia assai diversa ci viene
ora suggerita da un fisiologo turco, il professor Uner Tan
dell'Università Cukurova ad Adana. Detto in modo molto sommario, ma
non fuorviante, Tan sostiene che tutti questi tratti tipicamente umani
possano essere il risultato di un singolo processo evolutivo.
Si sarebbe trattato, secondo Tan, di un evento evolutivo «puntuale»,
uno di quelli messi a suo tempo in evidenza da Stephen Jay Gould e
Richard Lewontin, e non di un'evoluzione graduale, come
tradizionalmente contemplata nella teoria darwiniana classica. Su che
base può affermarlo? Sulla base della scoperta di una sindrome molto
insolita, che già porta il suo nome.
Clinicamente definita come un caso molto particolare di atassia
cerebellare, la sindrome di Uner Tan si manifesta con il
quadrupedalismo (questi soggetti camminano solo e sempre sulle mani e
sui piedi e spesso procedendo in linea obliqua), un linguaggio assai
ridotto, un grave ritardo mentale, una ridotta coscienza di sé, una
postura normale ricurva e a testa china, anche quando sono seduti. In
una parola, questi sventurati, a causa di un deficit congenito,
incarnano nella realtà quello che si potrebbe definire, secondo una
lunga tradizione e più di un pizzico di leggenda, il famoso anello
mancante. L'ultimo numero dello «International Journal of
Neuroscience» descrive minuziosamente questa sindrome e racconta come,
in uno sperduto villaggio turco, vicino al confine con la Siria, nella
provincia di Iskenderun, città di Alessandro Magno, e sede di mosaici
che rivaleggiano con quelli di Ravenna, il medico Osman Demirhan abbia
scoperto questo caso e abbia chiamato Uner Tan, con un'équipe di
fisiologi, neurologi, e psicologi, per esaminarlo a fondo. In questo
villaggio, una coppia di lontani consanguinei ha avuto ben 19 figli,
cinque dei quali sono affetti da questa sindrome (quattro femmine e un
maschio). Gli altri dodici erano tutti normali, ma due sono morti
precocemente. L'età varia dai 14 ai 36 anni. L'analisi genetica
dettagliata è in corso, ma si tratta senza dubbio di un carattere
genetico recessivo portato da un cromosoma non sessuale. L'analisi a
risonanza magnetica mostra un rimpicciolimento della regione del
cervelletto chiamata vermis e una riduzione del corpo calloso.
Un collega di Uner Tan, Tayfun Ozcelik, professore di genetica umana
all'Università Bilkent di Ankara e che ha una lista molto nutrita di
pubblicazioni scientifiche internazionali, mi dice: «Conosco e stimo
il professor Tan da 25 anni. Quando, lo scorso dicembre, su suo
invito, mi sono recato in quel villaggio e ho osservato quei soggetti,
ho avuto la più straordinaria esperienza dei miei oltre venti anni di
genetista». Aggiunge che questa scoperta può grandemente contribuire a
risolvere l'enigma dell'evoluzione umana. Dello stesso parere, ma con
interpretazioni assai diverse, sono i biologi evoluzionisti inglesi
Nicholas Humphrey e John R. Skoyles, della London School of Economics,
e l'anatomista Roger Keynes dell'Università di Cambridge, i quali
hanno ben esaminato i soggetti studiati da Uner Tan, su suo specifico
invito, nel giugno del 2005, e hanno adesso pubblicato su Internet un
dettagliato resoconto. Vi si dichiara che non è stato possibile
apporre su questo documento sia la loro firma che quella di Uner Tan e
Osman Demirhan (http://eprints.lse.ac.uk/archive/00000463).
Suppongo sia a causa della natura divergente delle rispettive tesi
evoluzionistiche. Intanto un gruppo turco-tedesco ha localizzato la
mutazione sul cromosoma «17p».
Limitiamoci qui ai fatti, prevedendo che questo caso susciterà grande
interesse e accesi dibattiti nelle settimane a venire. Questi cinque
soggetti si muovono speditamente appoggiando gran parte del loro peso
sui polsi, con le palme rivolte in avanti. Si noti che le scimmie si
appoggiano, invece, sulle nocche. Si tratta, quindi, si un tratto del
tutto insolito. Inoltre, a differenza dei bimbi piccoli che vanno a
«quattro zampe», essi non camminano sui ginocchi, bensì mantenendo le
gambe distese.
Con notevole sforzo, riescono a stare fermi in piedi, ma non a
camminare sulle sole gambe. Capiscono sufficientemente il curdo da
poter comunicare con gli estranei, e tre di loro capiscono anche un
po' di turco, ma è difficile comprendere quello che dicono, la loro
sintassi è assai misera e il vocabolario limitato (circa cento
vocaboli). Si capiscono solo tra di loro e con i loro genitori. Non
sanno ripetere gran parte delle parole per loro nuove, non sanno
rispondere nemmeno alle domande più semplici (in che Paese vivi?), e
non sanno piegare in due un foglio di carta. La loro «coscienza» di
dove sono, di chi sono e di cosa succede intorno a loro pare essere
assai ridotta (secondo Uner Tan, ma il team inglese dice che
interagiscono con cortesia e reagiscono adeguatamente alle situazioni
nuove, per esempio un viaggio in autobus fino all'ospedale).
Tan si accinge a cercare attivamente altri casi simili, mentre gli
studiosi inglesi insinuano che le circostanze biologiche e sociali di
questo caso sono talmente uniche che potrebbe per sempre rimanere
isolato e irriproducibile.
Mentre scrivo, il tam tam della sindrome si sta diffondendo nella
comunità scientifica e le più prestigiose riviste e anche la Bbc, si
accingono a parlarne. Aspettiamo un po' prima di trarre tutte le
interessanti conseguenze evoluzionistiche.
Massimo Piattelli Palmarini
07 marzo 2006
Bye...
VR
"Non posso concepire un Dio personale che abbia un'influenza
diretta sulle azioni degli individui.
La mia religiosità consiste in una modesta ammirazione dello
spirito infinitamente superiore che si rivela in quel poco
che noi possiamo comprendere della realtà."
Albert Einstein - Lettera ad un Banchiere del Colorado,
Agosto 1927
__________________ www.Diolaico.it ______________
Un nuovo paradigma nella querelle scienza/religiosità.
Il contributo della teoria evoluzionistica contro le
ideologie religiose moderne.
Ovvero: come Darwin puo' aver confutato le congetture
del reverendo Paley..
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gli esseri umani sono diversi dalle scimmie, è assai probabile che la
risposta elenchi il linguaggio, il ragionamento, la piena coscienza di
sé, la stazione eretta e il camminare su due gambe. Da Darwin in poi,
l'emergenza di ciascuno di questi tratti ha stimolato distinte,
plausibili spiegazioni evolutive.
La «discesa» dei nostri antenati dalla foresta nelle pianure ha
favorito arti inferiori capaci di sostenere da soli il nostro peso e
di consentire la marcia e la corsa, il linguaggio ha consentito una
comunicazione raffinata, il ragionamento, una intelligente previsione
di ciò che può accadere e una pianificazione delle azioni individuali
e collettive. Mi fermo qui, perché una storia assai diversa ci viene
ora suggerita da un fisiologo turco, il professor Uner Tan
dell'Università Cukurova ad Adana. Detto in modo molto sommario, ma
non fuorviante, Tan sostiene che tutti questi tratti tipicamente umani
possano essere il risultato di un singolo processo evolutivo.
Si sarebbe trattato, secondo Tan, di un evento evolutivo «puntuale»,
uno di quelli messi a suo tempo in evidenza da Stephen Jay Gould e
Richard Lewontin, e non di un'evoluzione graduale, come
tradizionalmente contemplata nella teoria darwiniana classica. Su che
base può affermarlo? Sulla base della scoperta di una sindrome molto
insolita, che già porta il suo nome.
Clinicamente definita come un caso molto particolare di atassia
cerebellare, la sindrome di Uner Tan si manifesta con il
quadrupedalismo (questi soggetti camminano solo e sempre sulle mani e
sui piedi e spesso procedendo in linea obliqua), un linguaggio assai
ridotto, un grave ritardo mentale, una ridotta coscienza di sé, una
postura normale ricurva e a testa china, anche quando sono seduti. In
una parola, questi sventurati, a causa di un deficit congenito,
incarnano nella realtà quello che si potrebbe definire, secondo una
lunga tradizione e più di un pizzico di leggenda, il famoso anello
mancante. L'ultimo numero dello «International Journal of
Neuroscience» descrive minuziosamente questa sindrome e racconta come,
in uno sperduto villaggio turco, vicino al confine con la Siria, nella
provincia di Iskenderun, città di Alessandro Magno, e sede di mosaici
che rivaleggiano con quelli di Ravenna, il medico Osman Demirhan abbia
scoperto questo caso e abbia chiamato Uner Tan, con un'équipe di
fisiologi, neurologi, e psicologi, per esaminarlo a fondo. In questo
villaggio, una coppia di lontani consanguinei ha avuto ben 19 figli,
cinque dei quali sono affetti da questa sindrome (quattro femmine e un
maschio). Gli altri dodici erano tutti normali, ma due sono morti
precocemente. L'età varia dai 14 ai 36 anni. L'analisi genetica
dettagliata è in corso, ma si tratta senza dubbio di un carattere
genetico recessivo portato da un cromosoma non sessuale. L'analisi a
risonanza magnetica mostra un rimpicciolimento della regione del
cervelletto chiamata vermis e una riduzione del corpo calloso.
Un collega di Uner Tan, Tayfun Ozcelik, professore di genetica umana
all'Università Bilkent di Ankara e che ha una lista molto nutrita di
pubblicazioni scientifiche internazionali, mi dice: «Conosco e stimo
il professor Tan da 25 anni. Quando, lo scorso dicembre, su suo
invito, mi sono recato in quel villaggio e ho osservato quei soggetti,
ho avuto la più straordinaria esperienza dei miei oltre venti anni di
genetista». Aggiunge che questa scoperta può grandemente contribuire a
risolvere l'enigma dell'evoluzione umana. Dello stesso parere, ma con
interpretazioni assai diverse, sono i biologi evoluzionisti inglesi
Nicholas Humphrey e John R. Skoyles, della London School of Economics,
e l'anatomista Roger Keynes dell'Università di Cambridge, i quali
hanno ben esaminato i soggetti studiati da Uner Tan, su suo specifico
invito, nel giugno del 2005, e hanno adesso pubblicato su Internet un
dettagliato resoconto. Vi si dichiara che non è stato possibile
apporre su questo documento sia la loro firma che quella di Uner Tan e
Osman Demirhan (http://eprints.lse.ac.uk/archive/00000463).
Suppongo sia a causa della natura divergente delle rispettive tesi
evoluzionistiche. Intanto un gruppo turco-tedesco ha localizzato la
mutazione sul cromosoma «17p».
Limitiamoci qui ai fatti, prevedendo che questo caso susciterà grande
interesse e accesi dibattiti nelle settimane a venire. Questi cinque
soggetti si muovono speditamente appoggiando gran parte del loro peso
sui polsi, con le palme rivolte in avanti. Si noti che le scimmie si
appoggiano, invece, sulle nocche. Si tratta, quindi, si un tratto del
tutto insolito. Inoltre, a differenza dei bimbi piccoli che vanno a
«quattro zampe», essi non camminano sui ginocchi, bensì mantenendo le
gambe distese.
Con notevole sforzo, riescono a stare fermi in piedi, ma non a
camminare sulle sole gambe. Capiscono sufficientemente il curdo da
poter comunicare con gli estranei, e tre di loro capiscono anche un
po' di turco, ma è difficile comprendere quello che dicono, la loro
sintassi è assai misera e il vocabolario limitato (circa cento
vocaboli). Si capiscono solo tra di loro e con i loro genitori. Non
sanno ripetere gran parte delle parole per loro nuove, non sanno
rispondere nemmeno alle domande più semplici (in che Paese vivi?), e
non sanno piegare in due un foglio di carta. La loro «coscienza» di
dove sono, di chi sono e di cosa succede intorno a loro pare essere
assai ridotta (secondo Uner Tan, ma il team inglese dice che
interagiscono con cortesia e reagiscono adeguatamente alle situazioni
nuove, per esempio un viaggio in autobus fino all'ospedale).
Tan si accinge a cercare attivamente altri casi simili, mentre gli
studiosi inglesi insinuano che le circostanze biologiche e sociali di
questo caso sono talmente uniche che potrebbe per sempre rimanere
isolato e irriproducibile.
Mentre scrivo, il tam tam della sindrome si sta diffondendo nella
comunità scientifica e le più prestigiose riviste e anche la Bbc, si
accingono a parlarne. Aspettiamo un po' prima di trarre tutte le
interessanti conseguenze evoluzionistiche.
Massimo Piattelli Palmarini
07 marzo 2006
Bye...
VR
"Non posso concepire un Dio personale che abbia un'influenza
diretta sulle azioni degli individui.
La mia religiosità consiste in una modesta ammirazione dello
spirito infinitamente superiore che si rivela in quel poco
che noi possiamo comprendere della realtà."
Albert Einstein - Lettera ad un Banchiere del Colorado,
Agosto 1927
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Un nuovo paradigma nella querelle scienza/religiosità.
Il contributo della teoria evoluzionistica contro le
ideologie religiose moderne.
Ovvero: come Darwin puo' aver confutato le congetture
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